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Perché fare ricostruzioni storiche di costumi filologicamente coerenti?
La ricostruzione storica di un abito di un certo periodo, specialmente del Medioevo, non è una cosa facile: richiede, infatti, una buona conoscenza sia del periodo sia dei tessuti, delle tinture e delle possibili decorazioni oltre al taglio ed alle tecniche di lavorazione [1]. Molto spesso nelle rievocazioni si vedono costumi che non hanno nulla a che vedere con il periodo rappresentato o che si intende ricordare e questo avviene più frequentemente nelle rievocazioni ambientate nell’Alto Medioevo che nel Basso. Nelle rievocazioni ambientate nei secoli dell’Alto Medioevo si vedono costumi più vicini al Rinascimento che nemmeno al Medioevo e questo perché nell’idea collettiva, per fare scenografia i tessuti elaborati e coloratissimi fanno più effetto della apparente semplicità dei costumi altomedievali. In realtà ogni periodo del Medioevo, non solo italiano ma anche europeo, ha le sue caratteristiche che si ritrovano nell’abbigliamento e nei complementi come mantelli ed accessori. Si crede erroneamente che fino al Mille il Medioevo sia stato un periodo buio e del quale non abbiamo fonti e così, per compensare, si tende quasi sempre a fare l’errore di rimpiazzare la ricerca storica per fare un buon lavoro con qualcosa di più semplice e alla portata di tutti, anche reperibile su internet. La rete è un’enorme e preziosa risorsa, ma questo per quanto riguarda le fonti e le documentazioni degli studiosi e degli archeologi e non per acquistare costumi, salvo non ci si rivolga ad una bottega specializzata che vende anche online. Per la maggior parte i costumi su internet non sono coerenti con i periodi storici e tendono più al fantasy, quando non sono riproduzioni di costumi cinematografici, che alla realtà storica [2]. In questo modo si perdono l’identità e la tradizione di un tempo e di un luogo e da fuori viene visto sempre più come una forma di carnevale e non come la commemorazione di un evento o un personaggio storico preciso. Ricostruire la storia non vuol dire fare una bella festa in costume, ma ricostruire e ricordare fedelmente secondo la tradizione storica locale un evento o un personaggio importante in un determinato luogo (città o comune) e in un determinato periodo storico. Rievocare significa quindi mantenere viva la tradizione di un luogo, anche se più si va avanti e più questo obiettivo diventa lontano e lo confermano i dati parziali del sondaggio sul quale si basa questo studio. Si è visto nella parte dedicata agli ostacoli economici che si possono incontrare quando si vuole fare rievocazione, per quanto riguarda i costumi storici, che le sartorie storiche specializzate hanno una clientela piuttosto ristretta per via dei costi non accessibili a tutti e lo stesso vale per il noleggio. Alle botteghe specializzate come le sartorie teatrali, ma anche ai ricamifici e alle botteghe di tessitura artigianale non si rivolgono solo clienti facoltosi: anche gruppi o comitati, ma stiamo sempre parlando di pochi, perché la maggior parte delle rievocazioni abbiamo visto come rimedia al problema costumi e se non ci sono finanziamenti, non ci sono nemmeno abiti di nuova fattura da poter fare sfilare né si possono aggiustare o restaurare quelli di fattura più vecchia. Raramente i gruppi, contrade o rioni, delle rievocazioni italiane producono direttamente i costumi che sfilano perché o non c’è modo di avere una consulenza storica specifica per la realizzazione degli abiti o non si hanno conoscenze e si preferisce quindi delegare una sartoria specializzata, magari fornendo colori e bozze, disegni e pagando più di quello che si spenderebbe producendo in proprio. I pochi di cui abbiamo parlato sono anche i protagonisti delle principali rievocazioni a livello nazionale, basti pensare alle città più antiche e con una storia anche antichissima; ma l’Italia non ha solo queste grandi città. Nel piccolo ci sono città altrettanto storicamente importanti senza essere metropoli, città che hanno un patrimonio ed una tradizione storica egualmente importante e dove però la tradizione e le rievocazioni vanno via via scomparendo perché manca lo stimolo a migliorare, specialmente dove non ci si può permettere una consulenza specifica e dove l’organizzazione è scarsa. In questi piccoli paesi però non mancano le risorse e gli strumenti per fare un buon lavoro né mancano di internet, ormai arrivato fino ai paesini più sperduti. Mancando spesso lo stimolo al miglioramento, la possibilità di delegare la ricostruzione fedele ad una sartoria storica e mancando anche la possibilità di avvalersi della consulenza dell’esperto, nella maggior parte delle rievocazioni il problema viene risolto in modo maldestro e incoerente. Il risultato è spesso un corteo disomogeneo in fatto di costumi e figure rappresentate che rasenta il paradosso perché ci si ritrova con una miriade di nobili in pompa magna e uno sputo di popolani che vien spontaneo chiedersi come facessero una volta quei quattro gatti a coltivare ettari di campi per mantenere tutti quei signori. La gente non ignora queste incongruenze e anzi, le avverte subito, pur apprezzando la scenografia offerta dai costumi nobiliari o dalle armature lucenti, dai giocolieri e giullari, per non parlare delle spettacolari parate con i cavalli. Questo modo di fare rievocazione presenta una falla non indifferente perché trasmette un concetto sbagliato della società medievale e periodo medievale stesso. Il Medioevo non era: signori al banchetto o in corteo e poveracci al lavoro; oppure, tornei e amor cortese e crociate. Bisogna guardare un attimino più a fondo e non limitarsi alla superficie e all’estetica, se l’umanità ha speso più di mille anni nel Medioevo ci sarà stata una ragione e non sono stati mille anni di tenebre, guerre, pestilenze, stregoneria, inquisizione ma non era nemmeno l’idillio presentato talvolta paradossalmente dai cortei in cui la nobiltà è tanta e lo era anche una volta, certamente, ma non così tanta da prevalere sul popolo che la sfamava. La scenografia è giusto farla perché serve a ricreare l’atmosfera, ma non deve rasentare il ridicolo e la farsa; la gente non è stupida e vede gli eccessi anche quando di Medioevo non sa niente. Un’altra conseguenza della scelta di puntare più alla scenografia, che volendo è offerta alla stessa maniera e con la stessa forza dai dettagli di costumi coerenti col periodo rappresentato, è che poi la gente vede sempre quelle stesse cose e dopo un po’ si stanca. Nelle rievocazioni quasi sempre chi non ha un costume proprio può richiederlo, in genere su prenotazione, all’organismo che organizza l’evento, l’anno successivo quel costume non è cambiato, al massimo è stato riparato e per questo la gente vede sempre quelle cose; specialmente quando i costumi sono stati fatti realizzare la prima volta senza magari badare troppo alla correttezza filologica, purché somigliassero un po’ a quelli delle grandi rievocazioni. Alla fine si ottiene, senza l’apporto di cambiamenti o novità, la fine di una tradizione e della stessa rievocazione perché la gente smette di andarci, specialmente alle rievocazioni meno famose. L’apporto di cambiamenti e novità deve essere costante e deve puntare alla ricostruzione filologicamente [3] corretta, non solo alla scenografia, perché spendere soldi per fare un buon lavoro e spenderli per fare un carnevale tanto vale, senza contare che scarseggiano sempre più i finanziamenti o le sovvenzioni ai gruppi, comitati di rievocazione e anche ai comuni.
La rievocazione storica è una tradizione secolare italiana, ma anche europea; benché per la maggiore viene rievocato il periodo medievale, esistono numerose rievocazioni in riferimento ad eventi di altre epoche, specialmente il Rinascimento. La rievocazione deve continuare perché la gente non dimentichi la propria storia e le proprie radici, ma sempre più invece emerge il sintomo che la gente voglia dimenticare. Rievocare, specialmente il Medioevo, non è e non deve essere una moda perché se così fosse un domani ci ritroveremo privi di un certo patrimonio storico e culturale. La rievocazione storica è nata come un bisogno della gente di riscoprire le proprie radici e la propria storia a partire da un evento che ha cambiato la storia stessa dei loro antenati, e per questo bisogna darsi da fare perché la tradizione non scompaia, ma nel mantenerla viva è anche necessario che sia fedele alla memoria storica.
Note
[1] Non erano eccessivamente complesse e in questo studio vengono affrontate tutte, però si tratta sempre di tecniche artigianali che vanno eseguite correttamente per fare un buon lavoro. È scontato che chi non avesse le basi di taglio e cucito debba procurarsele e non è necessario rivolgersi ad una scuola di taglio
[2] Su internet sono spesso reperibili per l’acquisto non solo parti di armature ed armi, oggetti legati al mondo militare medievale come foderi o cinture, ma anche costumi che riproducono fedelmente quelli presentati nei film medievali. Sul web sono ancora pochi i siti che vendono costumi riprodotti fedelmente e che rispecchiano l’abbigliamento di un determinato periodo, e questo perché si tratta di botteghe specializzate che hanno deciso di ampliare la loro clientela vendendo anche online. In molti casi però la ricerca telematica per oggettistica medievale e soprattutto, fornisce risultati più fantasy che storici e la differenza di prezzo è notevole. Ovviamente se uno vuole riprodurre fedelmente un certo personaggio storico, come per esempio un cavaliere in armatura completa e non trova un armaiolo vicino, può acquistare anche su internet i pezzi come la cotta di maglia, l’elmo, il camaglio, la spada, ecc., non c’è nulla di male, purché sia una bottega specializzata che vende online, tanto i prezzi sono esattamente quelli che avrebbe trovato in una bottega concorrente vicino casa. L’importante è che si acquistino riproduzioni fedeli agli esemplari ritrovati dagli archeologi e non per esempio spade con scritti nomi in elfico, spade più alte della persona o stile Highlander. Se uno deve comprare su internet per farsi l’armatura fantasy con il costume fantasy è meglio che vada ad una rievocazione vestito da poveraccio che fa più bella figura, al di là dei costi. Le botteghe specializzate online, sia di armi che di costumi, hanno esattamente gli stessi prezzi e gli stessi metodi delle concorrenti che non hanno uno spazio web, solo che a differenza di queste ultime presentano la comodità al cliente di acquistare da casa senza spostarsi fisicamente e percorrere magari anche lunghe distanze. L’acquisto su internet ha un senso se il venditore è sicuro e il prodotto è di qualità, quando non sia possibile rimediare nella propria città; anche se bisogna precisare che si tratta sempre di prodotti standard senza troppe decorazioni. I dettagli delle decorazioni sia su parti di armature, armi o costumi sono aggiunti su richiesta dei clienti e quasi sempre presso botteghe di fiducia; questo è uno dei motivi per cui su internet prevale l’acquisto di armi e accessori diversamente non reperibili come scarpe e cinture storiche, rispetto all’acquisto di indumenti storici.
[3] La filologia, dal greco philología; propr. "amore della parola" è la disciplina relativa alla ricostruzione e alla corretta interpretazione dei documenti letterari di una determinata cultura. Si definisce f. comparata quando studia i rapporti fra diverse lingue e letterature. In altri casi è l'indirizzo rappresentativo degli studi nell'ambito di una determinata area o epoca o epoca di civiltà, relativamente ai metodi e agli intenti. La filologia può essere anche intesa come il complesso di studi e di ricerche, basato sull'esame di testi, documenti e testimonianze, necessario a inquadrare o comprendere un fenomeno storico, letterario, artistico o ad attribuire l a paternità a un'opera d'arte (Fonte: Dizionario Devoto-Oli).
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